Parliamo di rifasamento. Oddio, cos’è? Ora ti spiego.
Cos’è il rifasamento? A cosa serve?
Dunque, gli apparecchi utilizzatori di energia elettrica, in particolare i motori elettrici, hanno la necessità di produrre campi elettromagnetici che servono appositamente per funzionare.
Così, un carico elettrico assorbe energia attiva, misurata in kilowattora (kWh), che genera il lavoro meccanico (la rotazione del motore e di conseguenza dei compressori, pompe, ecc.) o termico (resistenze di riscaldamento), ed energia reattiva, misurata in kilovoltamperora reattivi (kVArh), che alimenta i campi elettromagnetici necessari ad es. per la rotazione dei motori.
Questi due tipi di energia si contabilizzano separatamente ed in maniera particolare.
L’energia attiva è quella che viene pagata normalmente in un impianto correttamente rifasato:
Quando il consumo di energia reattiva (nel periodo mensile) supera una certa quota di quella attiva, il fornitore di energia elettrica applica una penale facendo pagare la quota eccedente di energia reattiva.
Un calcolo matematico permette di determinare il cosiddetto “fattore di potenza” o “cosfi” del consumo di energia.
Tale parametro può variare fra zero ed uno (le leggi della fisica impediscono di uscire da questo range) e, per non pagare la penale, deve essere almeno 0,95.
Gli impianti di rifasamento sono costituiti da gruppi di condensatori, che vengono inseriti gradualmente quando il regolatore di energia reattiva rileva che il fattore di potenza scende al di sotto di 0,95 (o del valore impostato).
I condensatori scambiano la loro energia reattiva con gli utilizzatori, in questo modo tale energia reattiva non deve essere più fornita dal fornitore di energia, e ne viene contabilizzata di meno. Analiticamente, è come se l’energia reattiva dei condensatori (“energia reattiva capacitiva”) venisse sottratta a quella dei campi elettromagnetici (“energia reattiva induttiva”).
Grazie agli impianti di rifasamento, quindi, l’utente evita di pagare la penale al fornitore di energia elettrica.
Il rifasamento viene richiesto solo al di sopra di una certa potenza impegnata (cioè del contatore) di 16,5 kW, oppure quando il cliente ha la propria cabina di trasformazione (vedi più avanti cosa vuol dire).
Bene, così è come avrei spiegato il rifasamento a mia nonna, se soltanto ci fosse ancora (come avrebbe dichiarato – si dice sul Web – Einstein, “se non riesci a spiegare un argomento, per quanto complesso, a tua nonna, vuol dire che non l’hai capito”) ;-) .
Bene, la prima cosa che viene all’occhio, quindi, è che il rifasamento è imposto dall’Ente Distributore: dal punto di vista tecnico dà vantaggi praticamente solo a lui (al limite, vantaggi tecnici per l’utilizzatore sono solo in casi particolari, ad esempio riducendo l’assorbimento complessivo di corrente, ma non granché): l’Ente Distributore quindi può erogare ai suoi clienti finali una corrente di intensità inferiore, senza bisogno di rifasare lui stesso (l’assorbimento di corrente sarebbe quindi invece un problema del Distributore, poiché si sommano le correnti di tutti gli utenti). E quindi incentiva gli utenti a farlo mettendo loro la penale, altrimenti questi ne farebbero tranquillamente a meno. E gli utenti (sopra 16,5 kW) sono costretti a spendere consistenti cifre per comprare questi impianti di rifasamento.
Costretti sempre, in ogni caso? Vediamo un po’ di casi particolari. Non ho la pretesa di essere completo, dettagliato ed esaustivo (e, soprattutto, non intendo generalizzare, perchè ogni singolo caso merita di essere esaminato approfonditamente da un professionista abilitato!), ma vi voglio presentare i casi che, nella mia esperienza, mi sono rimasti sul gozzo.
Sciocchezza n.1: Se c’è la penale per energia reattiva, siamo costretti a rifasare.
Cos’era successo in questo caso? Un responsabile di una grossa azienda, disperato, ha detto che “stiavano rifasando da schifo” perché, in una bolletta mensile da 18.000 (diciottomila!) euro si era ritrovato una penale per energia reattiva di 27 (ventisette!) euro. Bene, allora, vuoi un rifasamento da 20.000 euro (ci vuole di queste dimensioni per la tipologia impiantistica dell’azienda)? Lo ammortizzeresti in 741 mesi, pari a 62 anni! Peccato che però un rifasamento è difficile che ti duri più di 10 anni. Allora: puoi scegliere se spendere, in 10 anni, 20.000 euro di rifasamento oppure 3.240 euro di penale. Caro lettore, al posto suo, cosa preferiresti fare?
Okay, e se mettessimo un rifasamento fisso più piccolo? Bene, quando non assorbi carico attivo il Distributore non tollera che tu assorba energia reattiva capacitiva e qui sì che interviene legalmente. E allora ci mettiamo un sistema che lo disinserisca e reinserisca… caro cliente, lo vuoi capire o no che io cerco di farti rimanere in tasca più soldi? Smettila di ascoltare tutti quelli che passano di lì e parlano nel LORO interesse per entrare nelle tue grazie.
Sciocchezza n.2: bisogna rifasare mettendo una batteria di rifasamento per ogni carico.
In alcuni rarissimi casi (impianti enormi) potrebbe avere senso ma, in generale, spendi 3-5 volte la cifra di un impianto di rifasamento centralizzato posto in cabina elettrica.
Per ottenere cosa? Conoscevo un’azienda che per vendere impianti di rifasamento siffatti si era inventata la baggianata che, grazie alla diminuzione delle correnti che attraversano i conduttori, rispetto ad un rifasamento centralizzato, si risparmia energia attiva.
Analiticamente, andando a considerare i millesimi di Wh, sarebbe anche vero; probabilmente ammortizzeresti anche qui il maggior costo in svariate decine (centinaia?) di anni (sempre però dovendolo sostituire ogni dieci, quindi non lo ammortizzeresti mai). Caro lettore, caro cliente, spero che tu abbia abbastanza buon senso da capire qual è il consulente che ti consiglia nel TUO interesse.
Sciocchezza n.3: senza rifasamento potremmo consumare energia elettrica gratis
Oh, cielo! Va bene essere complottisti, su certi argomenti anche io lo sono. Ma questa assurdità, che mi è stata detta da (aaaaargh!) un ingegnere (elettronico, non elettrotecnico e quindi, a parziale discolpa, non necessariamente esperto della materia, puoi verificare la fondamentale differenza qui), grida vendetta! Cioè, la teoria è che il Distributore di Energia Elettrica ci costringerebbe ad installare condensatori nel nostro impianto, senza i quali il suo contatore non funzionerebbe correttamente e noi potremmo assorbire tutta l’energia che vogliamo… ma per piacere! Questa roba circola fra persone che hanno studiato l’elettrotecnica su “Topolino”.
Sciocchezza n.4: L'immissione di energia reattiva in rete
Direi che si tratta più che altro di linguaggio improprio, fra l'altro utilizzato anche dagli Enti Distributori di Energia Elettrica quando il tuo rifasamento è eccessivo. Il fatto che tu assorba troppa energia reattiva di tipo capacitivo, che è come se tu producessi con un generatore ed immettessi in rete energia reattiva di tipo induttivo (che è una cosa che tu, in realtà, non fai, ma poiché, elettricamente, il risultato è il medesimo, molti utilizzano questo, appunto, linguaggio improprio), crea all'Ente alcuni problemi, non ultimo il fatto che la tensione sul tuo impianto potrebbe essere superiore a quella dell'origine.
Per questa ragione, se eccedi nel rifasamento con prevalenza di energia reattiva capacitiva su quella induttiva, l'Ente ti scrive e ti ordina di rimediare tempestivamente alla situazione, pena la disconnessione e l'eventuale pagamento di danni o penali.
Attenzione: il fattore di potenza, anche in questo caso, è sempre minore di uno: fisicamente, questo parametro non può mai superare uno!
Sciocchezza n.5: Il rifasamento equilibra le fasi
La faccia stravolta del signore sopra servirebbe anche per commentare questa affermazione. Il bello è che l'ho sentita da un elettricista, quindi un addetto ai lavori, secondo il quale il rifasamento servirebbe a ripartire i consumi fra le tre fasi di un impianto trifase quando queste sono caricate in maniera differente... no, no, NOOO! Non ha nulla a che vedere con questo!
Sciocchezza n.6: il rifasamento è solo per “quelli che hanno la cabina”
Se un impianto elettrico è alimentato in Media Tensione (MT: 15.000/20.000 volt, per intenderci), e quindi c’è una Cabina Elettrica di Trasformazione di proprietà dell’utente, è automatico che ci sia anche il contatore di energia reattiva, e quindi ci poniamo il problema del rifasamento.
Ma anche per chi è alimentato in Bassa Tensione (400/230 V), con potenza impegnata maggiore od uguale a 16,5 kW, viene installato il contatore di energia reattiva, per cui ce ne dobbiamo occupare.
Allora, cosa devi fare?
Bene, puoi porti il problema se hai una potenza impegnata al contatore di 16,5 kW o superiore (o alimentazione in MT): hai quindi una piccola o grande attività (o una villa stragalattica)!
Sulla bolletta dovresti trovare le voci:
Fattore di potenza: tutto Ok se è superiore od uguale a 0,950, paghi una penale se è inferiore;
Nella voce “corrispettivi di trasporto” ci trovi la penale, se la paghi, che è sotto la descrizione “Energia Reattiva” (non scrivono “penale” sulla bolletta!).
Tieni conto che quando leggerai questo articolo le cose potrebbero essere leggermente diverse da come/quando le ho scritte.
Allora, quanto paghi di penale ogni mese? La cifra potrebbe variare, e non essere presente in alcuni mesi, specie se hai un lavoro stagionale o che ha forti oscillazioni nei consumi elettrici.
Ci allarmiamo subito e ci attiviamo se vediamo la penale in almeno un mese, ma prima di rassicurarci per l’assenza di penali, meglio verificare almeno un anno di bollette.
Quindi, come ti muovi? Chi ti può consigliare correttamente nel TUO e non nel SUO interesse?
Bene, l’ottima notizia è che, visto che tu hai un impianto elettrico con potenza impegnata 16,5 kW o superiore (o alimentazione in MT), il tuo impianto elettrico è soggetto al progetto obbligatorio da parte di:
Un Ingegnere Iscritto all’Albo Professionale; oppure
Un Perito Industriale Elettrotecnico iscritto all’Albo Professionale.
Significa che, secondo il Decreto Ministeriale n. 37 del 2008, se tu fai ampliamenti o modifiche al tuo impianto elettrico, avendo un contatore di potenza uguale o superiore a 16,5 kW oppure l’alimentazione in Media Tensione, salvo estreme eccezioni come un cantiere edile od un impianto senza edifici, sei entro quei limiti dimensionali per i quali devi incaricare un Progettista iscritto all’Albo Professionale PRIMA di fare queste cose sull’impianto elettrico (tranne solo aggiungere una lampada od una presa). Eh, sì. E l’installazione o la modifica di un impianto di rifasamento rientrano fra le operazioni per le quali una di queste figure professionali la devi coinvolgere per Legge. E se non lo fai la multa per te è fra 1.000 e 10.000 euro!!! Ti costa di meno incaricare un professionista, no?
E questo Professionista ti indicherà la cosa giusta da fare, leggendo le bollette e/o facendo misure sul tuo impianto, a seconda dei casi.
E rivolgersi direttamente ad un installatore? A meno che esso non sia / abbia all’interno / coinvolga lui ALL’ISTANTE un Professionista come sopra, si può limitare al massimo a misure elettriche, ad uno studio di fattibilità ed ad un preventivo di spesa. Perché se con la scusa di farti spendere meno (ci sono installatori che temono che dicendoti di prendere un Progettista non verrebbero scelti perché ti farebbero spendere qualcosa di più –GLI INSTALLATORI CHE SI COMPORTANO COSI’ NON FANNO IL TUO INTERESSE!) l’elettricista ti installasse l’impianto senza il progetto, LA MULTA FRA MILLE E DIECIMILA EURO SAREBBE SIA PER TE CHE PER LUI. Lui rischia inoltre la segnalazione alla Camera di Commercio (dopo tre segnalazioni la sua attività CHIUDE!).
Chiaro? Per risparmiare pochi spiccioli il rischio vale la candela?
Per risolvere i tuoi problemi di rifasamento e farti consigliare correttamente, quindi, rivolgiti ad un Progettista iscritto all’Albo (ad esempio… me ;-) ). Soldi spesi BENE, perché spesso lo spendere poco coincide con lo spendere male, e ti costa molto, molto di più.
Zagomarco Marconara / Marco Zagonara
Precedentemente pubblicato sul mio vecchio sito il 10.12.2022
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